mercoledì 30 settembre 2009

Un'altra poiana folgorata dalle linee elettriche










Questo pomeriggio è stata consegnata una giovane poiana al Centro Recupero Rapaci della Riserva Naturale di San Giuliano. L'esemplare è stato rinvenuto nelle campagne di Stigliano e recuperato da Antonello Daloia, guardia volontaria venatoria in servizio nella zona. All’arrivo l’animale era magrissimo per i diversi giorni di digiuno e letteralmente distrutto per le gravi conseguenze di un impatto contro alcune strutture presenti sul territorio.
Come spesso accade anche questa volta, infatti, si tratta di un evidente caso di folgorazione che ha letteralmente portato a necrosi un’ intera ala e le due zampe. Nonostante l’immediato intervento del veterinario dott. Tralli purtroppo per la poiana non c’è stato nulla da fare. I casi di folgorazione sono più frequenti di quanto si possa immaginare visto che il territorio con la sua rete elettrica è una micidiale trappola per migliaia di rapaci e altre specie. Solo pochissimi animali vengono ritrovati, ma molti restano a morire sotto i tralicci, difficilmente visibili tra la vegetazione.
Queste situazioni inducono a pensare che sarebbe necessario iniziare a mettere in sicurezza le linee elettriche pericolose che attraversano i parchi, le aree protette e tutti i siti della Rete Natura 2000 e quelli di massima rilevanza ornitologica e naturalistica ! Quasi sempre non se ne parla per nulla, come se il problema non sussiste! Eppure a morire per impatti contro le linee elettriche sono migliaia di uccelli, soprattutto rapaci, cicogne e altre grandi specie rare e preziose. Si ha l'impressione che le istituzioni non facciano nulla al riguardo forse perchè si tratta di problematiche poco affrontate e non trattate adeguatamente sotto il profilo della divulgazione. Eppure le soluzioni ci sarebbero per ridurre i rischi di collisioni e di folgorazioni almeno nelle aree protette, cioè in quei luoghi, spesso bellissimi e suggestivi anche sotto il profilo paesaggistico, che sono stati appositamente individuati per tutelare la natura e la biodiversità.
Investire un pò di denaro da parte dello Stato e delle Regioni con la collaborazione dei gestori della rete elettrica per attenuare, attraverso metodi e sistemi già sperimentati altrove, uno dei più drammatici ed inarrestabili meccanismi di perdita della biodiversità non sembra essere una cattiva idea, anzi sarebbe una dimostrazione di volontà nel risolvere una delle situazioni più pericolose per la fauna del nostro territorio. Insomma una buona pratica di gestione concreta delle problematiche ambientali che potrebbe, se supportata da adeguata analisi e progettazione, anche essere sostenuta finanziariamente dalla Commissione Europea medianti specifici Progetti LIFE.
Se un fiume è inquinato tutti se ne accorgono , se ne parla molto e si cerca di porre rimedio mentre se lo spazio aereo e il paesaggio sono anch'essi "inquinati" da strutture pericolosissime come le linee elettriche a media e alta tensione, oltre che dalle grandissime e pericolose pale eoliche, pare che non interessi quasi nessuno...!

domenica 27 settembre 2009

Convegno conclusivo Progetto LIFE Natura "Rapaci Lucani"


Il Presidente Francesco Stella e l'Assessore Giovanni Bonelli salutano i partecipanti

Nella giornata di venerdì 25 settembre presso la Mediateca
provinciale di Matera si è svolto il convegno conclusivo del progetto LIFE Natura "Rapaci Lucani" dal titolo "La conservazione dei rapaci in Italia".
Le comunicazioni scientifiche presentate da tutti i relatori, precedute da una presentazione generale delle numerose azioni del LIFE da parte di Enrico De Capua, responsabile del Progetto per la Provincia di Matera, hanno messo in luce il precario stato di conservazione di molte specie di rapaci italiani ed in particolare di quelli interessati dal progetto LIFE.
In merito al Falco grillaio, specie target principale del LIFE, sono stati illustrati da Matteo Visceglia e Mariangela Francione, rappresentanti della società "De Rerum Natura", i risultati ottenuti grazie alle varie azioni messe in campo nelle città di Matera e Montescaglioso e finalizzate alla sua conoscenza, protezione e salvaguardia. Il bilancio è stato certamente positivo anche se nel corso del convegno è stata sottolineata la necessità di dare continuità alle azioni avviate in questi ultimi anni estendendole anche ad altri comuni della provincia interessati dalla specie.
L'impegno dell'Amministrazione Provinciale di Matera è stato confermato, durante il convegno, direttamente dal Presidente Francesco Stella e dall'Assessore all'Ambiente Giovanni Bonelli che hanno assicurato il supporto dell'ente affinchè il lavoro svolto possa essere proseguito con azioni mirate ed incisive tenendo conto dei risultati raggiunti e delle problematiche emerse.
Un intervento di estremo interesse è stato quello di Josè Antonio Donàzar, il più grande esperto a livello mondiale del Capovaccaio, un avvoltoio che in Italia è sull'orlo dell'estinzione e che in Basilicata ospita solo due coppie che costituiscono il 20% della popolazione riproduttiva italiana. Per scongiurare rischi di scomparsa di questa rarissima specie dal nostro paese è stato predisposto, grazie al finanziamento del Progetto LIFE, un apposito Piano Nazionale di Azione presentato in anteprima nazionale da Alessandro Andreotti dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e pubblicato in questi giorni dal Ministero dell'Ambiente. Si tratta di un documento fondamentale a cui tutti gli enti, associazioni ed organismi di ricerca dovranno attenersi affinchè in futuro si possa evitare l'estinzione di questa specie.
Guido Ceccolini, direttore del CERM Centro Rapaci Minacciati ha illustrato il progetto di riproduzione in cattività e rilascio di capovaccai in natura facendo conoscere il metodo pratico da lui utilizzato e che sta portando un notevole contributo alla conservazione di questo avvoltoio in Italia.
Interventi di estremo interesse per la valutazione delle principali minacce alla conservazione dei rapaci sono stati analizzati e commentati da Antonio Sigismondi di ALTURA Associazione per la Tutela dei Rapaci e dei loro Ambienti.
E' stato illustrato da Anna Cenerini della società "Biodiversità" il Progetto di reintroduzione del Nibbio reale in Toscana che sta ottenendo grande successo dimostrando come si può intervenire positivamente sulla conservazione di specie a rischio a patto di utilizzare metodi scientificamente validi e portati avanti da esperti.
Lo stato del Nibbio reale in Europa è stato trattato grazie al contributo di Adrian Aebischer , uno dei maggiori esperti della specie a livello mondiale.
Interventi di particolare interesse per il taglio innovativo del metodo è stato quello di Monica Di Francesco e Federico Striglioni che hanno illustrato il Progetto LIFE "Antidoto" avviato nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e finalizzato alla lotta con l'ausilio di cani addestrati contro i bocconi avvelenati che uccidono rapaci e grandi mammiferi necrofagi.
Maurizio Sarà del Dipartimento di Biologia Animale dell'Università di Palermo ha delineato il quadro sullo status e conservazione dei rapaci in Sicilia, regione di grande interesse biogeografico per questo gruppo di animali e ponte utilizzato per la migrazione in Africa da parte di migliaia di esemplari provenienti da tutta l'Italia e l'Europa .
Le iniziative finalizzate alla tutela dei rapaci realizzate nel Parco Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi sono state illustrate da Jacopo Angelini e da Massimiliano Scotti che hanno sottolineato quanto importante sia il diretto interessamento e la responsabilità degli enti di gestione dei parchi regionali per la protezione concreta delle popolazioni di rapaci che vivono nei parchi.
Un interessante intervento di Pino Giglio della LIPU ha permesso di conoscere quali siano state negli ultimi anni le azioni a tutela dei rapaci messe in campo dall'associazione nelle varie aree protette pugliesi.
Al convegno hanno portato il loro saluto anche il Presidente del Parco della Murgia Materana Roberto Cifarelli e il vicepresidente del Consiglio Comunale di Montescaglioso Anna Martinelli che hanno assicurato la collaborazione dei loro enti per la protezione del territorio e per la divulgazione delle tematiche di conservazione della fauna di interesse locale e nazionale.


Le foto del convegno sono di Claudio Bernardi


QUI IL SERVIZIO TELEVISIVO DI TRM MATERA
http://www.trmtv.it/home/attualita/2009_09_25/2160.html





Enrico De Capua - Provincia di Matera


Matteo Visceglia - De Rerum Natura



Antonio Sigismondi - ALTURA Associazione per la Tutela dei Rapaci e dei loro Ambienti


Guido Ceccolini - CERM Centro Rapaci Minacciati


Alessandro Andreotti - ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale


José Antonio Donázar - Estación Biologica de Doñana, CSIC, Spagna




Anna Cenerini - Biodiversità


Monica Di Francesco - Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga


Maurizio Sarà - Dipartimento Biologia Animale Università di Palermo


Jacopo Angelini - Parco Regionale Gola della Rossa e di Frasassi


Massimiliano Scotti - Parco Regionale Gola della Rossa e di Frasassi


Pino Giglio - LIPU Puglia


I partecipanti

sabato 19 settembre 2009

25 settembre 2009 - Convegno "La conservazione dei rapaci in Italia"


Clicca sull'immagine per ingrandirla


Il 25 settembre 2009 si svolgerà a Matera, organizzato dalla Provincia, il convegno conclusivo del progetto LIFE Natura "Rapaci lucani" dal titolo "La conservazione dei rapaci in Italia". La partecipazione al convegno è libera

Il convegno si svolgera' presso la Mediateca Provinciale A. Ribecco, Palazzo dell’Annunziata, Piazza V. Veneto a Matera.

PROGRAMMA

9/9,30
Iscrizione

9,30/9,40
Saluti ed introduzione al convegno
Francesco Stella (Presidente della Provincia di Matera)

9,40/10,00
Saluti
Giovanni Bonelli (Vicepresidente della Provincia di Matera, Assessore Sviluppo sostenibile e qualità della vita – risorse e pianificazione ambientale)
Emilio Nicola Buccico (Sindaco di Matera)
Mario Venezia (Sindaco di Montescaglioso)
Roberto Cifarelli (Presidente del Parco della Murgia Materana)

10/10,15
Il progetto LIFE Natura “Rapaci lucani”
Enrico De Capua (Provincia di Matera, Responsabile del Progetto LIFE Natura Rapaci lucani)

10,15/10,35
I risultati del Progetto LIFE “Rapaci lucani” per la conservazione del Grillaio
Matteo Visceglia (De Rerum Natura sas)

10,35/10,50
Le principali minacce alla conservazione dei rapaci in Italia
Antonio Sigismondi (Ornitologo, Associazione ALTURA)

10,50/11,10
Coffee break

11,10/11,25
Azioni per la conservazione del capovaccaio in Italia
Guido Ceccolini (CERM Centro Rapaci Minacciati)

11,25/11,45
Il Piano di Azione Nazionale per il Capovaccaio
Alessandro Andreotti (ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)

11,45/12,25
Il Capovaccaio in Europa, status e problemi di conservazione
José Antonio Donázar (Departamento de Biología de la Conservación, Estación Biológica de Doñana, CSIC, Spagna)

12,25/12,40
La reintroduzione del nibbio reale in Toscana meridionale nell’ambito del progetto LIFE Natura “Biarmicus”
Anna Cenerini (Biodiversità sas)

13,00/14,30
Buffet

14,30/14,45
Lo status del nibbio reale in Europa
Adrian Aebischer (Musée d’histoire naturelle de Fribourg, Svizzera)

14,45/15,00
Misure innovative per la lotta all’uso illegale del veleno nell’ambito del progetto LIFE Natura “Antidoto”
Federico Striglioni e Monica di Francesco (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga)

15,00/15,15
Status e conservazione dei rapaci in Sicilia
Maurizio Sarà (Università di Palermo)

15,15/15,30
La conservazione dei rapaci nel Parco Regionale Gola della Rossa e di Frasassi
Jacopo Angelini e Massimiliano Scotti (Parco Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi)

15,30/15,45
Azioni per la tutela dei rapaci in Puglia
Pino Giglio (LIPU Puglia)

15,45
Dibattito

16,30
Chiusura dei lavori

martedì 15 settembre 2009

Un Biancone in migrazione


Un esemplare di Biancone, detto anche Aquila dei serpenti, questo pomeriggio era posato su un traliccio elettrico nella Valle del Bradano, in territorio di Montescaglioso. Sicuramente si tratta di una breve sosta migratoria! Un rapace così grande e maestoso che, pur in lontananza, attira l'attenzione di chi volge lo sguardo in alto. La foto, scattata con una piccola macchina fotografica compatta, non ne mette in risalto la bellezza ma a vederlo dal vivo mentre spiccava il volo dal traliccio con i suoi 180 cm di apertura alare era tutta un'altra cosa!
Considerato che la caccia è aperta viene spontaneo augurargli un buon lungo viaggio verso l'Africa senza incidenti di alcun tipo.

venerdì 4 settembre 2009

Liberati 3 grossi esemplari di Cervone



• In questi giorni al Centro Recupero Rapaci della Riserva Naturale di San Giuliano sono stati consegnati tre grossi esemplari di cervone (Elaphe quatuorlineata), la specie di serpente più grande che vive in Europa. Il Responsabile del Centro, Matteo Visceglia, spiega che «erano rimasti intrappolati dopo essere caduti all’interno di un pozzo e sarebbero morti di inedia se non fossero stati recuperati da un cittadino, Pippo Lospallut o, che li ha consegnati al nostro Centro per valutare la possibilità di poterli nuovamente liberare in habitat idoneo. Questi serpenti sono innocui e a centinaia vengono ancora oggi uccisi senza alcun motivo, ma solo per atavica ed ingiustificata paura. Il cervone è specie protetta da tutte le leggi italiane ed internazionali e la sua importanza nell’habitat naturale è fondamentale per l’equilibrio biologico. Particolarmente utile la sua presenza nei pressi di masserie poiché si nutre fondamentalmente di topi e ratti. Se qualche volta capita che mangi qualche uovo all’interno di un pollaio diventa allora il nemico più acerrimo da combattere e distruggere in tutti i modi. Queste sono autentiche esagerazioni e deviazioni della nostra cultura. Meno cervoni più topi, con conseguenze molto peggiori dal punto di vista igienico e sanitario. E’ la stessa filosofia che sta alla base dell’uccisione di tanti gechi. La cultura del rispetto di questi ed altri animali “diversi” deve fare ancora molta strada . In collaborazione con la Provincia di Matera, il Parco della Murgia e altri enti ed associazioni interessati intendiamo operare affinché gli alunni delle nostre scuole possano ricevere informazioni corrette e non siano vittime, come i nostri nonni e genitori, di culture sbagliate e leggende metropolitane. I tre cervoni saranno liberati stamani in habitat adatto, lontano da masserie e luoghi frequentati dall’uomo».

Una buona notizia: stop alla ricerca petrolifera nel Mar Jonio




MATERA - La ricerca petrolifera nel Mar Jonio non si farà. Il Ministero dell’Ambiente ha «accolto le osservazioni della Regione Basilicata» e ha «preannunciato parere negativo al programma di ricerca della Appennine Energy», presentato nel 2006 e riguardante l’intero Golfo di Taranto, visto che si fa richiesta di perforazioni fino a Santa Maria di Leuca. L’incontro tra i tecnici della Prestigiacomo e del Dipartimento ambiente lucano, a quanto riferisce la Regione, si è tenuto ieri mattina a Roma e ha chiaramente riguardato solamente i 33 km di costa lucana. Questa decisione dà corpo ad alcune perplessità tecniche e politiche della Regione in merito alle estrazioni marine e dà spessore alla volontà di diverse associazioni ambientaliste, agroalimentari e turistiche lucane, riunitesi da tempo in un cartello contro le trivelle nel mare dei greci.

L’istanza di ricerca nel tratto lucano è la «d148 DR-Cs» ed è stato presentato dalla Appennine Energy. «Cs» sta per Cosenza (questa istanza di ricerca lucana è una estensione della prima richiesta calabra), dove già perforano da alcuni anni lungo i litorali che vanno da Crotone fino a Rossano Calabro, mentre l’Appennine Energy è una società srl di proprietà della Consul Service, altra srl con sede a Roma, a sua volta di proprietà della Consul Oil & Gas, ennesima società a responsabilità limitata ma questa volta con sede a Londra. Istanza di permesso di ricerca vuol dire fare sondaggi nel Mar Jonio, con la tecnica dell’air gun (esplosione di aria), cercando di capire, con le onde sismiche di ritorno, dove sono le vene minerarie e quanto minerale c’è nelle viscere del fondo marino.

Le osservazioni della Regione sono state accolte dal Ministero ma va detto che avevano parere consultivo e non vincolante, sia perché ci troviamo in area demaniale – e dunque di pertinenza statale – e sia per gli effetti dell’ex Disegno di legge 1195, ora diventato Legge n. 99 del 23 luglio 2009. Una legge fortemente voluta dal governo Berlusconi e fortemente contestata da molte regioni italiane e da una marea di associazioni, ambientaliste e non, perché di fatto, con questa legge lo Stato italiano scippa ogni decisione agli enti locali in tema di energia, sia nucleare che mineraria. Anche per ciò che riguarda le aree non demaniale e la terraferma, portando i rapporti tra Stato e Regioni in questioni energetiche indietro di una decina di anni.

Il tratto di mare lucano interessato alle perforazioni è una larga fascia marina prospiciente la costa lucana, tra Nova Siri e Metaponto: per meglio capire, sarebbe tutto il tratto di mare compreso tra le foci dei fiumi Sinni e Bradano, dalla costa fino a circa 5 km. verso il mare aperto, per un totale di 162, 28 kmq.


Enzo Palazzo, Gazzetta Del Mezzogiorno, 04 settembre 2009