martedì 31 marzo 2009

Il consiglio provinciale vota sulle modifiche al Regolamento di gestione della Riserva di San Giuliano

"E’ stata molto viva ed intensa la discussione tenutasi durante il Consiglio Provinciale di Matera, iniziato stamattina alle ore 11, in merito all’estrazione del petrolio in Basilicata ed all’uso delle royalties". E' quanto si legge in un comunicato stampa della Provincia di Matera. "Il punto era stato iscritto all’ordine del giorno dei lavori, su richiesta dei consiglieri D’Amelio, Ciccimarra, Soldo, Casulli e Mongelli. Ne è nato un confronto ricco di spunti con interventi dei consiglieri Dambrosio, Casulli, Claudio Labriola, Corazza, Mongelli, Badursi, Santochirico, Di Pierro e Tauro. La discussione si è conclusa con l’intervento dell’assessore all’Ambiente Franco Labriola. “La vicenda petrolio – ha spiegato l’esponente della giunta Nigro – fa il pari con la chimica in Valbasento, con la fase del Salotto e con l’agricoltura. Tutti i percorsi sono fatti di cicli, la politica ha il dovere di ricercarne nuovi, come ad esempio la proposta del presidente Nigro sul Distretto tecnologico. Tale discorso può essere anche sostenuto da una logica di riprogrammazione dell’uso delle royalties”. Labriola inoltre, ha fatto un accenno all’osservatorio sulla costa, al Distretto Agroalimentare, alla Sanità ed alla Pista Mattei, Matera città della Cultura 2019 e Distretto per le energie rinnovabili “tutte priorità che necessitano di fondi derivanti dalle estrazioni petrolifere”.
A seguire l’approvazione delle modifiche della riserva regionale dell’Oasi di San Giuliano. L’obiettivo è di rendere maggiormente fruibile il sito, magari potendoci praticare la pesca sportiva. Ma i tempi sono lunghi e ponderati come ha tenuto a sottolineare il presidente Carmine Nigro: “C’è tutto un percorso da fare – ha spiegato al Consiglio – prima di arrivare a termine necessita di altri passaggi. Non abbiamo voluto accelerare. Ritengo questo dibattito positivo. Stiamo valutando la questione ed avremo altri momenti di confronto. Potremo mettere in campo una commissione. Preconcettualmente – ha continuato Nigro – nessuno potrà dire che per tenere tutto intatto non bisogna fare nulla. Evitiamo di dividerci perché se risolviamo il problema è nell’interesse di tutti”. Il punto è passato con il voto favorevole dei presenti, senza alcun voto contrario e con la sola astensione dei consiglieri Dambrosio e Claudio Labriola.
Al quarto punto all’ordine del giorno l’interrogazione, presentata dal consigliere Dambrosio, relativa al bando Sogin per i lavori presso l’impianto Itrec di Rotondella.
“Conoscere se per gli impianti previsti dal bando Sogin ed in particolare se la volumetria prevista per il deposito sia congruente con il volume dei rifiuti di terza categoria e del combustibile irraggiato riconducibili esclusivamente alle attività del centro Itrec”. L’assessore Labriola ha risposto “Il tema merita un’attenzione particolare e puntuale per evitare sorprese indesiderate”.
A chiudere il Consiglio la proposta della IV Commissione consiliare permanente sulle “misure a favore dei soggetti diversamente abili nell’Ente Provincia".

Fonte: Basilicatanet 31 marzo 2009

Il Monte Coccovello non è stato inserito nel Progetto Rete Natura 2000

RIVELLO NON È STATO INSERITO NEL PROGETTO «RETE NATURA 2000» CANDIDATO A FINANZIAMENTI EUROPEI

Monte «Coccovello» è stato escluso dai 48 siti di grande interesse ambientale
Il massiccio con grotte di natura carsica ospita alcune specie faunistiche protet te
URBANO FERRARI


•R I V E L LO.Sembra proprio che il possesso di caratteristiche e peculiarità di alto profilo ambientale, paesaggistico, speleologico e faunistico, non siano sufficienti al monte Coccovello, un maestoso massiccio montuoso che insiste sui territori dei Comuni di Rivello, Trecchina e Maratea, per meritare le considerazioni e le attenzioni dovute. Il monte Coccovello, infatti, è stato letteralmente ignorato dalle Istituzioni regionali che, avendo fatto partire, con il concorso di finanziamenti dell’Unione Europea, un ambizioso progetto denominato «Rete Natura 2000», non è stato inserito fra i 48 siti regionali ad alta valenza ambientale, meritevoli di particolari politiche ed interventi di conservazione e tutela e, in particolare, di quelli (26), attualmente senza tutela specifica perché non compresi in nessuno dei parchi esistenti. Il monte già violato e ferito pesantemente circa un decennio fa dal passaggio dirompente di un mega - elettrodotto diretto a Castrocucco di Maratea che, di fatto, con i suoi 30 enormi tralicci, veri e propri mostri di metallo, sconvolsero non poco la sua composta valenza paesaggistica ed ambientale, oggi, vittima sacrificata della Società Snam - Rete Gas che, dovendo realizzare un metanodotto diretto nel Basso Cilento, è pronta ad invadere e «sacrificare» la montagna, ancora offesa e sanguinante, subisce un altro grave ed ingiustificato affronto e un offensivo declassamento che, com'è naturale intuire, lo esporranno ancora di più alle indiscriminate invasioni e ai feroci saccheggi. Come è possibile che ben 148 professionisti, reclutati per monitorare l’intero territorio regionale e ben 15 Società, abbiano sottostimato e dimenticato il vero valore del monte Coccovello?
Eppure gli studi predisposti e pubblicati dal Gruppo Geo - Speleo « Valle del Noce» hanno evidenziato come il monte Coccovello meriti non solo le attenzioni, ma anche il rispetto generale. Infatti è sede di grotte di natura carsica di ottimo livello non solo speleologico, che collegano le sue viscere con la costa di Maratea, ospita vere rilevanze di tipo faunistico (il lupo vive e si riproduce sulla montagna dove sono presenti anche altre specie protette fra le quali l’istrice, la lontra, la poiana, il falco pellegrino, il nibbio, il picchio nero ed il corvo imperiale). Sulla montagna sembra essere presente la Stella Alpina, il sorbo farinaceo e tra le farfalle, la cavolaia, la Lycaena Phiaeas, la Vanessa Cardui, la Parasemia Plantiginis. Questo è soltanto parte di un corredo ambientale e naturale. C’è tempo e modo, comunque, per avvedersi dell’errore ed assegnare il giusto ruolo ad una montagna che merita rispetto.

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno 31 marzo 2009