giovedì 22 luglio 2010

Avviato studio sul Biancone in Basilicata

PRENDE IL VIA IL PROGETTO DI STUDIO SUL BIANCONE NEL PARCO REGIONALE GALLIPOLI COGNATO PICCOLE DOLOMITI LUCANE ATTRAVERSO TELEMETRIA SATELLITARE
16/04/2010
Avviato un altro importante studio sui Rapaci in Basilicata dal Parco Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane e dall’Osservatorio Regionale degli Habitat Naturali e delle Popolazioni Faunistiche.
La Basilicata infatti ospita ancora importanti popolazioni di Rapaci ed alcune di esse, come il Biancone (Circaetus gallicus), meglio nota come Aquila dei serpenti, in Italia ha ormai una distribuzione molto ridotta e nel Parco resiste con alcune coppie nidificanti.
Su questi minacciati uccelli - che l’Ente Parco di concerto con il Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata intende tutelare con forza - il quadro delle conoscenze circa la biologia, la migrazione, le minacce e i fattori limitanti, risulta assai scarse.
Il progetto prevede di monitorare i siti riproduttivi già noti all’interno dell’area protetta, al fine di inanellare, da parte dei tecnici dell’Ente Parco appositamente autorizzati, i pulcini e dotarli, nella giusta fase di crescita, di trasmittente satellitare.
Questo ambizioso progetto, viene svolto in collaborazione e con l’appoggio di un partner Spagnolo dell’Università di Alicante, in possesso di notevole esperienza in questo settore e che da molti anni è impegnato in studi simili che hanno consentito di svelare le rotte migratorie seguite da rapaci di grosse dimensioni come ad esempio l’Aquila reale o l’Aquila del Bonelli.
La ricerca avviata, rappresenta la prima realizzata in Italia sul Biancone mediante tecnologia GPS/Argos; altri studi condotti a livello europeo su tale specie sono stati realizzati in Francia e Spagna e riguardano individui che seguono una rotta di migrazione molto meno interessante di quella dei bianconi italiani in quanto, l’attraversamento dello Stretto di Gibilterra è molto meno complesso di quello del Mediterraneo centrale (che non è conosciuto) e che quindi non consentono di effettuare considerazioni interessanti sulle strategie di orientamento e navigazione.
Il sistema GPS consentirà, una volta marcati gli individui, di localizzare i soggetti con precisione accuratissima e quindi di svolgere analisi dettagliate anche sui movimenti a scala ridotta che risulteranno particolarmente utili per l’applicazione delle giuste misure di conservazione a livello mediterraneo. I dati di localizzazione e movimentazione dei soggetti potranno essere visualizzati e scaricati direttamente da internet e consentiranno ad esempio di valutare le rotte di migrazione utilizzate per attraversare il Mediterraneo e il Sahara, differenze di strategia migratoria tra adulti e giovani, uso del territorio durante lo svernamento in Africa e la riproduzione in Basilicata, il confronto dei parametri di migrazione degli individui nati in Basilicata con quelli degli individui che migrano dalla Spagna, verifica dell’eventuale sovrapposizione dei quartieri di svernamento tra individui italiani e spagnoli, valutare i tassi di mortalità e relative cause.
L’impegno messo da parte degli Enti per l’avvio di questo innovativo progetto insieme ad altri in favore della fauna selvatica minacciata di estinzione già avviati dall’Ente, manifestano la volontà a di individuare le strategie più idonee al fine di garantire il mantenimento e l’incremento della biodiversità nel territorio lucano.
Il Presidente
Dr. Rocco Rivelli